L'ORIENTAZIONE DELLA CHIESA
PARROCHIALE DI VALNEGRA
IN VAL BREMBANA
Testo tratto e incluso nel volume "Valnegra: un Comune, una Storia"
di Lucia Reguzzi e Gabriele
Medolago, Ed. Ferrari - 1999
Prof. Adriano Gaspani
Vecchia veduta di Valnegra
Le prime notizie relative alla chiesa di
S. Michele
Arcangelo a Valnegra risalgono al 1449; pochi anni dopo, nel 1452 essa è citata come "nuova"
in
un documento, da cui è possibile ipotizzare una ricostruzione oppure un
sostanziale restauro, i quali però non dovrebbero aver operato
sostanziali modifiche alla pianta e soprattutto all' orientazione, rispetto
alle direzioni astronomiche fondamentali. L' abitato di Valnegra è citato
come comune autonomo già nel 1172, epoca in cui un luogo di culto doveva ovviamente già essere presente.
La chiesa attuale è posta all' esterno del
paese e con grande probabilità, dovrebbe occupare la stessa posizione in
corrispondenza della quale sorgeva la chiesa antica.
D' altro canto non esiste, a tutt' oggi, alcuna traccia archeologica
oggettiva dell' esistenza
di un antico luogo di culto posto all' interno dell' abitato di
Valnegra. La conseguenza è che il primitivo luogo di culto potrebbe risalire anche
al XII secolo o forse anche prima, sotto forma di un oratorio o quanto
meno di una costruzione più modesta, ma edificata secondo i canoni
costruttivi e soprattutto di orientazione, stabiliti già nelle
Costituzioni Apostoliche redatte nei primi secoli del cristianesimo.
Sin dagli albori del cristianesimo era diffusa la tradizione di orientare
i templi o più in generale i luoghi di culto verso la direzione cardinale
est (Versus Solem Orientem) in quanto per i cristiani la salvezza era
collegata alla generica direzione cardinale orientale. Infatti Gesù Cristo aveva come simbolo il Sole (Sol justitiae, Sol
invictus, Sol salutis) e la direzione est era simbolizzata dalla
croce, simbolo della vittoria. Nel Medioevo le chiese erano generalmente
progettate a forma di croce, generalmente latina, con l' abside orientato
ad est. L' ingresso principale era quindi posizionato sul lato occidentale,
in corrispondenza dei piedi della
croce in modo che i fedeli entrati nell' edificio camminassero verso
oriente simboleggiando l' ascesa di Cristo. La direzione orientale
corrisponde a quel segmento di orizzonte locale in cui i corpi celesti
sorgono analogamente, dal punto di vista simbolico, alla stella della
nascita di Cristo, nota come "la stella dell'est". Le
chiese dovevano assolvere agli aspetti puramente liturgici quindi le
istruzioni che venivano date agli architetti in fase di progettazione si
basavano su tutta una serie di indicazioni tratti dalla simbologia
liturgica della religione cristiana. Era poi l'architetto ad impiegare
Matematica, Geometria e Astronomia al fine di esprimere simbolicamente la
funzione liturgica del culto. Il significato metaforico era notevole
infatti la cupola stava sovente a rappresentare la volta del cielo, mentre
l' altare simboleggiava la cima della croce di Cristo. L' architetto
sfruttava le proprie cognizioni di Astronomia di posizione per ricavare
mediante osservazioni, calcoli e costruzioni geometriche la direzione di
orientazione più opportuna per verificare le specifiche simboliche
richieste dai committenti. L' Astronomia però era solo un mezzo per
esprimere le funzioni liturgiche e simboliche del monumento. Le ragioni per cui vennero adottati criteri di orientazione astronomici
furono spesso dettate da esigenze mistiche più che reali. Infatti e' noto
che la Croce di Cristo fu eretta sul monte Calvario in modo da essere
rivolta verso ovest, quindi i fedeli in adorazione devono essere rivolti
ad est che per antica tradizione e' la zona della luce e
del bene (pars familiaris) in contrapposizione con la "pars
hostilis" che identifica la direzione occidentale. Per tradizione
Cristo salì in cielo ad oriente dei discepoli e pare che così facessero
anche i Martiri. Sempre
secondo la tradizione l' aurora e' il simbolo del Sole della Giustizia
che si annuncia e anche il Paradiso Terrestre veniva ritenuto,
dai primi cristiani, essere genericamente ad oriente. La simbologia solare
così direttamente collegata al Cristo richiedeva quindi un'attenta
progettazione dei luoghi di culto e della loro disposizione rispetto alle
direzioni astronomiche fondamentali. Nelle Costituzioni Apostoliche del IV
e V secolo veniva raccomandato ai fedeli di pregare dirigendosi verso l'
est e lo stesso celebrante durante l' "Actio Liturgica" doveva
parimenti essere rivolto in quella direzione. Come conseguenza di tali
prescrizioni, tecnicamente si rese necessario progettare e costruire le
chiese orientate con l' abside verso oriente e la porta d' ingresso in
direzione occidentale rispetto al baricentro della costruzione.
L' orientazione della chiesa di S. Michele Arcangelo a Valnegra rispetta in
maniera molto accurata i canoni prescritti. La rigorosità nell'orientazione e' un elemento che
andò decadendo nel tempo, attraverso
i secoli.
La
chiesa parrocchiale di Valnegra risulta molto ben orientata rispetto al
meridiano
astronomico e questo e' un chiaro sintomo che nonostante i rifacimenti e i
restauri avvenuti durante i secoli, l' orientazione della pianta non venne
modificata in maniera rilevante. Siamo quindi in grado, mediante opportune
misurazioni e opportuni calcoli di formulare alcune ipotesi possibili sui
criteri che anticamente furono connessi con l' edificazione del primitivo
luogo di culto. Dai rilievi e' stato possibile desumere che l' asse dell'
edificio, nella direzione che parte dalla porta d' ingresso e continua
verso l' abside, devia di soli 0.2 gradi rispetto alla linea equinoziale
rappresentata dalla direzione est-ovest astronomica. Lungo la linea
equinoziale e' possibile osservare la levata, ad est ed il tramonto, a
ovest, del Sole nei giorni dei due equinozi, quello di primavera e quello
di autunno, all' orizzonte astronomico locale. Il criterio con cui il luogo di culto fu orientato
sembrerebbe quindi essere il "Sol Aequinoctialis" fortemente
raccomandato da Gerberto d'Aurillac salito al soglio pontificio, nel 999,
con il nome di Papa Silvestro II e ribadito successivamente negli scritti
di Guglielmo Dorando da Mende, vescovo del XIII secolo (*).
L' orientazione
equinoziale era connessa alla consuetudine di celebrare solennemente il
rito di fondazione del luogo sacro all' alba del giorno di Pasqua. Questa
direzione potrebbe essere a prima vista correlata con la data della Pasqua
che, come e' noto, si celebra la domenica più vicina al primo plenilunio
dopo l' equinozio di primavera. Essendo, però la data della Pasqua, mobile
rispetto alla data di equinozio
a causa della variazione della data di plenilunio rispetto ad esso, l'
orientazione in accordo con la posizione del Sole nascente a Pasqua non
poteva essere codificata in maniera fissa. Nel caso della chiesa parrocchiale di Valnegra dobbiamo rilevare che la sua orientazione
equinoziale e' molto accurata, deviando come già affermato di circa 0.2
gradi rispetto alla direzione dell'est astronomico. L' orizzonte naturale
locale, rappresentato dal profilo del paesaggio retrostante la zona
absidale, degradante da sud a nord, risulta essere elevato mediamente di
una quindicina di gradi rispetto all'orizzonte astronomico locale,
rappresentato dalla linea orizzontale ad altezza nulla. Questo fatto
implica che il Sole equinoziale poteva essere osservato, dal luogo dove
sorge l' edificio sacro, sorgere ad alba inoltrata da dietro il profilo
delle montagne, lungo una direzione spostata oltre 10 gradi più a sud
rispetto alla linea equinoziale. In poche parole se la chiesa fosse stata orientata adottando il criterio
pasquale
decritto, avremmo dovuto rilevare che il suo asse risultasse orientato
verso un punto dell'orizzonte posto rilevantemente più a sud rispetto a
quanto misurato. Questa differenza e' tale da rendere improbabile l'
applicazione a Valnegra di un criterio di orientazione basato sul punto
di levata del Sole pasquale. Questa però non e' l'unica ipotesi valida
per spiegare l'orientazione della chiesa parrocchiale di Valnegra e per
formulare ipotesi sulla metodologia mediante la quale la direzione
equinoziale fu ottenuta. Oltre alla direzione della levata del Sole nel
giorno della resurrezione di Cristo esistono anche altri significati
mistici che la Chiesa antica collegò alla direzione equinoziale. Infatti
tale direzione può essere correlata anche con la data della ricorrenza
dell' Incarnazione (o Annunciazione) festeggiata il 25 Marzo, che fino al
Concilio di Nicea (325 d.C.), presieduto dall' imperatore romano
Costantino, era ritenuto erroneamente essere la data dell' equinozio di
primavera, in accordo con il calendario giuliano allora accettato dalla
Chiesa; dal punto di vista astronomico la data del 25 Marzo era corretta
al tempo di Giulio Cesare. Nel 1172, anno in cui il Comune di Valnegra risulta espressamente
documentato, la data giuliana dell'equinozio di primavera cadde il 13
Marzo, nel 1452, anno in cui e' citata la "nuova" chiesa, il
giorno 11 del mese e solo dopo la riforma si passò per decreto papale
nuovamente al 21 Marzo. Sui calendari e gli almanacchi però l' equinozio
era indicato al giorno 21 per cui la posizione del punto di levata del
Sole all' orizzonte astronomico locale all'alba di quel giorno risultava
sensibilmente spostata verso nord rispetto al vero punto relativo alla
levata equinoziale. Le chiese che venivano orientate sulla base del punto
di levata del Sole nel giorno dell'equinozio previsto dagli almanacchi
mostrano un sensibile errore rispetto alla direzione equinoziale vera,
proprio a causa dell'errore tra l' equinozio vero e la data riportata sugli
almanacchi. Eseguendo gli opportuni calcoli ci accorgiamo che questo non
può essere il caso della chiesa di Valnegra in quanto se il criterio di
orientazione fosse stato quello descritto, l' asse del luogo sacro dovrebbe
essere orientato consistentemente più a sud di quanto rilevato
sperimentalmente.
Un' altra ipotesi degna di interesse potrebbe essere quella di
esaminare non l' equinozio di primavera, ma quello d' autunno, il quale, nel
1172 cadeva il 16 Settembre, mentre nel 1452, il 14 dello stesso mese. L'
idea della correlazione con l' equinozio d' autunno deriva dalla
dedicazione della chiesa, a S. Michele Arcangelo. Il giorno dedicato a S.
Michele Arcangelo
variò di molto durante i secoli
passati e le date in cui la sua festa fu celebrata furono: il 7 Aprile, il
8 Maggio, il 6 Giugno, il 5 Agosto, il 9 Settembre, il 29 Settembre, il 8
Novembre e il 8 Dicembre. Le date più comunemente usate furono però quelle predilette dalla gente longobarda, cioè il 8 Maggio e il 29
Settembre, quest' ultima ancora correntemente celebrata in Valle Brembana.
Sul territorio bergamasco, in particolare in Valle Brembana, si venerano
tra gli altri santi, S. Michele Arcangelo e S. Giuseppe. Le date del
calendario Gregoriano, in corrispondenza delle quali i due santi sono
venerati, sono rispettivamente il 29 Settembre (S. Michele) e il 19 Marzo (S.
Giuseppe).
Nelle tradizioni popolari la
celebrazione di questi due santi possiede una valenza astronomica di
natura equinoziale. Infatti le date indicate sono prossime a quelle degli
Equinozi rispettivamente di autunno e di primavera. Diversi proverbi
bergamaschi connessi con i due santi in oggetto ne suggeriscono la
funzione calendariale (**).
La ricorrenza di S. Michele Arcangelo e'
consistentemente lontana dalla data effettiva dell'equinozio d'autunno,
soprattutto nei tempio antichi, quindi la deviazione che potremmo
aspettarci per l'asse della chiesa rispetto alla direzione equinoziale
astronomica nel caso fosse stata orientata sul punto di levata del Sole
nel giorno di S. Michele, e' enorme superando i 20 gradi verso sud nel caso
che l' orizzonte di riferimento fosse stato il profilo delle montagne poste
ad est, ma ancora oltre 10 gradi se la linea di riferimento fosse stato l'
orizzonte astronomico locale. La conseguenza e' che la chiesa di
Valnegra non verifica neppure il criterio che prevede che l' orientazione
sia avvenuta in accordo con il Sole nascente a S. Michele Arcangelo. Rimane quindi solamente la
possibilità che l'orientazione sia avvenuta in
epoca antica sulla base di una metodologia geometrico-astronomica basata
sull'impiego di metodi gnomonici, cioè sullo studio del moto dell' ombra
proiettata da un palo verticale (Gnomone) illuminato dal Sole durante la
giornata, con il fine ultimo di determinare nel modo più accurato
possibile la direzione est-ovest astronomica, corrispondente al punto
teorico di levata del Sole equinoziale, senza prendere in esame il punto
effettivo di prima visibilità del Sole nascente all'orizzonte fisico
locale. L' orientazione rigorosa di una costruzione lungo la direzione
equinoziale era durante il Medioevo, dal punto di vista operativo, un
problema di non facile soluzione. Inizialmente era necessario disporre di
una semplice, ma efficiente strumentazione atta ad individuare la direzione
cercata, in secondo luogo era richiesta l' applicazione di un procedura di
lavoro, basata su semplici ed elementari cognizioni di Astronomia di
posizione, ma capace di condurre a risultati corretti e terzo erano
richieste una o più persone esperte e capaci di portare a termine
l'operazione in maniera sufficientemente accurata. Le metodologie
più moderna disponibile durante il Medioevo e il
Rinascimento sono quanto riportato sul "De Geometria" di
Gerberto d'Aurillac oppure nel "De Architettura" di Vitruvio o
nel "De limitibus constituendi" di Igino il Gromatico o
addirittura nella "Naturalis Historia" di Plinio il Vecchio e le
necessarie conoscenze astronomiche erano per lo più bagaglio culturale
degli esponenti del clero. La strumentazione più semplice
per determinare le orientazioni equinoziali era rappresentata da un
semplice bastone piantato verticalmente nel terreno, uno gnomone, che
illuminato dal Sole proiettava la sua ombra in direzione esattamente
opposta a quella del Sole. Il moto dell' ombra quindi era esattamente
simile a meno di un fattore di scala dipendente dalla lunghezza dell'
asta,
al moto apparente del Sole
sulla sfera celeste, ma nella direzione
opposta. Il metodo, probabilmente il più preciso disponibile a quei tempi
era quello del "Cerchio Indiano" che e' descritto da Vitruvio
(De Architettura, I,6,6), ma di cui si hanno notizie già dai papiri
egiziani e dai documenti provenienti dall' India antica, da cui la sua
particolare denominazione. Il metodo risulta applicabile qualsiasi giorno
dell' anno. Fissato lo gnomone verticale si segnava alla mattina la
posizione raggiunta dall'estremità dell' ombra. Successivamente si
tracciava una circonferenza centrata nel piede dello gnomone e passante
per il punto segnato sul terreno, poi si attendeva, durante il pomeriggio,
il momento in cui l' ombra lambiva nuovamente il cerchio e si segnava sulla
circonferenza il punto ottenuto. La linea passante per i due punti sulla
circonferenza rappresentava la direzione equinoziale cercata. Un metodo
sostanzialmente simile, ma un po' più complesso e' descritto nell'ultimo
capitolo della "Geometria" di Gerberto da Reims (Caput XCIV,
"Alia ratio meridianum describendi").
Questo
metodo richiedeva la misura di tre ombre qualsiasi dello stesso gnomone durante la giornata e il
calcolo dei rapporti tra le loro lunghezze. Poiché i calcoli, anche i più
banali, erano a quei tempi difficili a causa dell'abitudine di usare
i numeri romani, Gerberto suggerisce l'uso di una tavola di
moltiplicazioni precalcolate. Dopo qualche calcolo si perveniva alla
determinazione della direzione della linea meridiana la cui perpendicolare
e' l'equinoziale cercata.
Rimane ora un ultimo importante quesito, quello
relativo all'epoca in cui presumibilmente questo rito potrebbe essere
avvenuto. La risposta e' difficile da formulare, ma sicuramente il 1452
rappresenta il limite più recente per l'epoca del rito di fondazione. La caratteristica accuratamente equinoziale
dell' orientazione della
costruzione potrebbe suggerire l' esistenza di una costruzione precedente
fondata durante un periodo appena successivo alle prescrizioni di Dorando
da Mende, quindi tra il 1200 e il 1300, epoca in cui le orientazioni
equinoziali risultano essere molto frequenti. E' possibile anche
ipotizzare qualcosa di più antico, edificato qualche tempo dopo le
indicazioni di Silvestro II relativamente all'orientazione equinoziale
delle chiese, ma in questo caso il primo edificio di culto potrebbe essere
stato edificato grosso modo tra il 1000 e il 1200, epoca quest' ultima in
accordo con il periodo di governo comunale di Valnegra. L' esistenza di un
edificio di culto in epoca anteriore al 1000 e' possibile, ma poco
probabile, anche se la dedicazione a S. Michele Arcangelo, santo prediletto
dai Longobardi, potrebbe suggerire qualche remota possibilità dell'
esistenza di qualcosa in epoca
così antica, peraltro non
documentabile esplicitamente. La dedicazione all' Arcangelo non sembra in
alcun modo connessa con la direzione di orientazione, per lo meno nel
luogo dove sussiste l'attuale
chiesa.
Note:
(*) Guglielmo Dorando da Mende, a proposito dell'orientazione delle
chiese,scrisse:
<<...Debet quoque (ecclesia) sic fundari, ut caput inspiciat
versus Orientem... videlicet versum
ortum solis, ad denotandum, quod ecclesia
quae in terris militat, temperare se debet aequanimiter in
prosperis,
et in adversis; et not versus solstitialem, ut faciunt
quidam>>,
Il
passo e' tratto dall'edizione del 1584 del "Rationale Divinorum Officiorum", pubblicata a Lione.
(**) Uno dei proverbi più comuni recita: << San Michel al porta ol
candeler, San Giosep al la porta 'n dre >>. La traduzione prevede:
<< San Michele porta il candeliere (dal cielo) e S. Giuseppe lo
riporta indietro >>. Il riferimento al Sole equinoziale e alla sua
luce e' evidente. Infatti il significato di San Michele che porta il
candeliere e' che nel periodo della sua celebrazione (Equinozio di
Autunno) il Sole si avvia a tramontare sempre più presto in quanto la sua
altezza apparente sull' orizzonte, quando transita al meridiano, diminuisce
sempre più fino ad arrivare al suo valore minimo in corrispondenza del
solstizio di inverno presso il
quale si celebra la festa solstiziale cristiana per eccellenza: il Natale.
Durante il periodo successivo alla festa di S. Michele Arcangelo quindi
era necessario accendere il lume sempre più presto la sera a causa della
progressiva riduzione delle ore di luce diurna. Il significato di San
Giuseppe che riporta il candeliere indietro e' esattamente quello opposto
dal punto di vista astronomico. In prossimità dell'equinozio di primavera
il Sole sale, ad ogni giorno che passa, sempre più in alto nel cielo
quando a mezzodì transita al meridiano locale e di conseguenza l' ora del
tramonto ritarda sempre più fino a raggiungere il suo massimo nel giorno
del solstizio d'estate. La ripartizione stagionale basata sugli equinozi e
sui solstizi e' testimoniata
anche da un altro proverbio bergamasco relativo a S.
Michele Arcangelo. Esso recita: << Se San Michel Arcangel al se
bagna i ale, al'piov 'nfina a Nedal >> che tradotto suona: <<
Se San Michele Arcangelo si bagna le ali (= se piove il 29 Settembre,
festa di S. Michele Arcangelo) allora pioverà fino a Natale >>. In
questo caso la piovosità della stagione viene predetta dalla festa
equinoziale autunnale (S. Michele) fino a quella sostiziale invernale
(Natale) che scandiscono nella tradizione popolare la ripartizione stagionale,
a fini agricolo, dell' anno solare tropico. Infatti la ripartizione
stagionale astronomica che prevede che le stagioni vadano da un solstizio
al successivo equinozio e viceversa, alla latitudine della Valle Brembana
non descrive bene l'andamento stagionale climatico locale, quindi la
tradizione popolare preferiva associare alle ricorrenze dei santi durante
il corso dell' anno la pianificazione delle pratiche agricole tenendo anche
presente l'andamento
della fasi della Luna.
|