ANALISI DELL'ORIENTAZIONE
DELLE CHIESE NELL'AREA DI CALUSCO D'ADDA
Prof. Adriano Gaspani
Druido Celtico sulle rive dell'Adda
Introduzione
L’area di Calusco d’Adda comprende alcune chiese
risalenti all’epoca medioevale le quali recentemente sono state oggetto di
indagine archeoastronomica con l’obbiettivo di verificare l’esistenza di
criteri di orientazione astronomica applicati in fase di progettazione edi
realizzazione. Le chiese che sono state rilevate sono: San Fedele a Calusco
(prima citazione:1126), Santa Maria a Baccanello (1271), San Giuliano a
Vanzone (1300) e la più antica probabilmente dedicata a San Michele (?)
posta sulla riva bergamasca dell’Adda, che fece parte del monastero,
probabilmente benedettino, dei Verghi fondato nel 1099; la chiesa sembra
però essere preesistente. Di quest’ultima purtroppo rimangono solamente
pochi resti: il muro destro della navata e tre quarti dell’abside
emisferico. A parte la chiesa del monastero dei Verghi, gli altri edifici
hanno subito svariati restauri nel corso dei secoli, ma e’ possibile
ritenere che essi non dovrebbero aver operato sostanziali modifiche alla
pianta e soprattutto all'orientazione, rispetto alle direzioni astronomiche
fondamentali, quindi il rilievo attuale dell’azimut di orientazione dovrebbe
riflettere in maniera pressoché accurata l’antica orientazione. Ovviamente
non e’ improbabile che in corrispondenza dei luoghi dove attualmente sorgono
le chiese di Calusco, sorgessero luoghi di culto preesistenti, anche di più
antica origine pagana. Sin dagli albori del cristianesimo era diffusa la
tradizione di orientare le chiese o più in generale i luoghi di culto verso
la direzione cardinale est (Versus Solem Orientem). Tale tradizione
fa parte del bagaglio di elementi che il Cristianesimo importò dalle
religioni pagane preesistenti, soprattutto di origine orientale, facendoli
propri. Per i cristiani la salvezza era collegata alla generica direzione
cardinale orientale. Gesù Cristo aveva come simbolo il Sole (Sol
justitiae, Sol invictus, Sol salutis) e la direzione est era
simbolizzata dalla croce, simbolo della vittoria sul male. Nel Medioevo le
chiese erano generalmente progettate a forma di croce, generalmente latina,
talvolta greca, con l'abside rivolto ad est. L'ingresso principale era
quindi posizionato sul lato occidentale, in corrispondenza dei piedi della
croce in modo che i fedeli entrati nell'edificio camminassero verso oriente
simboleggiando l'ascesa di Cristo. La direzione orientale corrisponde a quel
segmento di orizzonte locale in cui tutti gli astri sorgono, analogamente
dal punto di vista simbolico, alla stella della nascita di Cristo, nota come
“la stella dell'est”. Le chiese dovevano assolvere agli aspetti
puramente liturgici quindi le istruzioni che venivano impartite agli
architetti in fase di progettazione si basavano su tutta una serie di
indicazioni tratti dalla simbologia liturgica della religione cristiana. Era
poi l'architetto ad impiegare Matematica, Geometria e Astronomia al fine di
esprimere simbolicamente la funzione liturgica del culto. Il significato
metaforico era notevole infatti la cupola stava sovente a rappresentare la
volta del cielo, mentre l'altare simboleggiava la cima della montagna sacra
(il Monte Calvario) dove fu posta la Croce di Cristo. L'architetto sfruttava
le proprie cognizioni di Astronomia di posizione per ricavare mediante
osservazioni, calcoli e costruzioni geometriche la direzione di orientazione
più opportuna per verificare le specifiche simboliche richieste dai
committenti. L'Astronomia però era solo un mezzo per esprimere le funzioni
liturgiche e simboliche del monumento. Le ragioni per cui vennero adottati
criteri di orientazione astronomici furono spesso dettate da esigenze
mistiche più che reali. Infatti e' noto che la Croce di Cristo fu eretta sul
monte Calvario in modo da essere rivolta verso ovest, quindi i fedeli in
adorazione devono essere rivolti ad est che per antica tradizione e' la zona
della luce e del bene (pars familiaris) in contrapposizione con la "pars
hostilis" che simboleggiava l’oscurità, il male e la morte e che
identifica la direzione occidentale. Per tradizione Cristo salì in cielo ad
oriente dei discepoli e pare che così facessero anche i Martiri dopo la loro
morte. Sempre secondo la tradizione l'aurora e' il simbolo del Sole della
Giustizia che si annuncia e anche il Paradiso Terrestre veniva ritenuto, dai
primi cristiani, essere genericamente ad oriente. La simbologia solare così
direttamente collegata al Cristo richiedeva quindi un'attenta progettazione
dei luoghi di culto e della loro disposizione rispetto alle direzioni
astronomiche fondamentali. Nelle Costituzioni Apostoliche del IV e V secolo
veniva raccomandato ai fedeli di pregare dirigendosi verso l'est e lo stesso
celebrante durante l'"Actio Liturgica" doveva parimenti essere
rivolto in quella direzione. Come conseguenza di tali prescrizioni,
tecnicamente si rese necessario progettare e costruire le chiese orientate
con l'abside verso oriente e la porta d'ingresso in direzione occidentale
rispetto al baricentro della costruzione.
Il rilievo archeoastronomico
L'orientazione delle chiese ubicate entro l’area
di Calusco rispettano in maniera molto accurata i canoni prescritti, dal
criterio “versus Solem orientem”, ma solo in un caso, in San Giuliano
a Vanzone, si rileva il completo rispetto della prescrizione romana
stabilita dal criterio “Sol Aequinoctialis”. La rigorosita'
nell'orientazione e' un elemento che andò però decadendo nel tempo,
attraverso i secoli. L'analisi dell'orientazione degli assi dei luoghi di
culto presenti sul territorio bergamasco, rispetto al meridiano astronomico
locale, ha messo in evidenza una correlazione tra la data di edificazione
della chiesa e l'ampiezza della distribuzione delle orientazioni rilevate
sperimentalmente. Infatti le chiese costruite prima del 1500 sono
caratterizzate da una orientazione molto accurata, mentre da 1500 in poi,
fino al 1700, l'orientazione diviene meno precisa fino ad arrivare dal 1700
in poi, epoca in cui i luoghi di culto tendono ad essere orientati in
maniera quasi casuale soprattutto nei borghi, mentre le chiese isolate nelle
vallate rimangono ancora abbastanza ben orientate anche nel XVIII secolo.
Prima del 1500 non essendo diffuso in architettura l'uso della bussola era
necessario utilizzare le osservazioni astronomiche per determinare le linee
equinoziale e meridiana. Successivamente l'uso della bussola produsse chiese
orientate secondo la direzione del punto cardinale Est magnetico che
differiva in maniera variabile nel tempo rispetto all'Est astronomico; tali
discrepanze possono essere attualmente misurate consentendo i moderni
computer di ricostruire le direzioni astronomiche fondamentali per un certo
luogo, nei tempi passati. Le chiese di Calusco d’Adda che sono state
esaminate risultano essere state edificate tutte prima del 1500 quindi e’
facile stabilire che l’orientazione richiesta fu ottenuta mediante
l’osservazione astronomica, talvolta eseguita utilizzando l’astrolabio che
dopo la pubblicazione del “Geometria” di Gerberto d’Aurillac entrò a
fare parte del bagaglio strumentale degli architetti medioevali,
accompagnata dal ragionamento geometrico, spesso eseguito mediante
tracciamento sul terreno di particolari figure geometriche atte a facilitare
i complicati calcoli astronomici. Siamo quindi in grado, mediante opportune
misurazioni e opportuni calcoli di formulare alcune ipotesi possibili sui
criteri che anticamente furono applicati ai fini dell’edificazione dei
luoghi di culto e che troviamo applicati anche nel caso delle chiese poste
nell’area di Calusco. I necessari rilievi topografici sono stati eseguiti in
due separate sessioni, la prima delle quali e’ stata messa in atto il 27
Dicembre 2003 e ha riguardato solamente l’area del monastero dei Verghi, i
cui resti sono posti sulla riva orientale del fiume Adda a pochi metri dal
greto del fiume, mentre le altre chiese, di tipo urbano, sono state oggetto
di rilievo speditivo il 10 Giugno 2006.
Antenna GARMIN GA29 atta
ricevere i segnali dei satelliti americani NAVSTAR che definiscono il
sistema satellitare GPS.
Ricevitore GARMIN GPSIII
connesso via interfaccia BNC all’antenna GA29 (figura precedente). Questo
sistema e’ stato utilizzato per la rilevazione della chiesa del monastero
dei Verghi a Calusco d’Adda. Nel caso delle altre chiese rilevate, il
ricevitore era lo stesso, ma l’antenna e’ stata una helix standard solidale
al ricevitore dei segnali.
La metodologia seguita e’ stata la stessa in tutti
i casi ed si e’ concretizzata nel rilevare la posizione geografica della
chiesa mediante tecniche satellitari GPS e successivamente misurare l’azimut
di orientazione dell’asse della navata, nel senso ingresso-abside, rispetto
alla direzione nord del meridiano astronomico locale, mediante l’opportuna
strumentazione. In tutti casi sono state anche esaminate immagini da
satellite georeferenziate in modo da poter ottenere un’ulteriore valutazione
dell’orientazione astronomica della chiesa studiata. Nel caso della chiesa
del monastero dei Verghi, il rilievo e’ stato eseguito secondo criteri
ancora più stringenti ed improntati ad una maggior precisione in quanto
l’area dove sorgono i suoi resti e’ particolare e il manufatto dovrebbe
conservare ancora parte della struttura originaria.
La chiesa di San Michele Arcangelo presso il
monastero dei Verghi
Prendiamo subito in esame la chiesa del monastero
dei Verghi, dedicata con molta probabilità a San Michele Arcangelo, il cui
culto era molto diffuso in epoca longobarda. La posizione geografica di cio’
che rimane dell’antico luogo di culto e’ la seguente:
LAT. = 45° 40’.905 N
LON. = 9° 27’.308 E
Quota = 208 mt.
Corrispondente ad un punto posto in prossimita’
del vertice dell’emiciclo absidale, riferita all’ellissoide standard
geocentrico WGS84 e derivante da 1650 misure di posizionamento eseguite in
acquisizione continua mediante un ricevitore GARMIN GPSIII equipaggiato da
un’antenna separata, di tipo GA29, posta su treppiede e connessa al
ricevitore mediante un’interfaccia BNC. L’errore finale di posizionamento e’
risultato pari a 9 cm in entrambe le direzioni cardinali astronomiche.
Immagine georeferenziata da
satellite dell’area del ponte di Paderno gettato sul fiume Adda e che
collega la sponda bergamasca a quella lecchese. In basso a destra e’
visibile l’area occupata dai resti del monastero dei Verghi in cui e’ posta
la chiesa dedicata a San Michele Arcangelo.
Le misure di orientazione della navata sono state
eseguite misurando con uno squadro cilindrico graduato Salmoiraghi l’angolo
orizzontale della direzione tangente al muro meridionale della navata, che
e’ l’unico ad essere sopravvissuto e quindi misurabile, nella direzione
ingresso-abside. Il risultato ha mostrato chiaramente che la chiesa fu
orientata con rilevante accuratezza verso il punto dell’orizzonte
astronomico locale in cui durante il XI secolo sorgeva il Sole all’alba del
solstizio d’estate, il quale cadeva il 16 Giugno del calendario Giuliano
allora in vigore. La peculiarità di questa chiesa e’ che essa di trova lungo
la valle dell’Adda, sulla sponda orientale, all’interno del profondo
canyon che accompagna il tratto di fiume che si stende da Imbersago fino
a Trezzo d’Adda. La visione dell’orizzonte e’ quindi completamente preclusa
dalle scoscese pareti del corridoio naturale e quindi l’osservazione diretta
della levata degli astri e’ completamente preclusa.
Questo fatto suggerisce che l’orientazione verso
il punto di levata solstiziale solare sia stato ottenuto mediante un metodo
geometrico in particolare con l’utilizzo delle proprietà
geometrico/astronomiche del decagono regolare orientato con due vertici
opposti giacenti sulla linea del meridiano astronomico locale quest’ultima
sperimentalmente determinabile mediante la diretta valutazione, di notte,
della direzione del Polo Nord Celeste oppure mediante alcuni metodi
gnomonici studiando la direzione dell’ombra del Sole quando raggiunge la sua
massima elevazione sull’orizzonte al mezzogiorno vero e locale.
L’orientazione solstiziale estiva rilevata per la chiesa del monastero dei
Verghi non e’ in linea con i dettami della chiesa di Roma, in vigore sul
territorio italiano durante il medioevo ma rappresenta invece un’abitudine
di provenienza nordeuropea molto diffusa nei paesi di tradizione
celto-germanica nei quali l’abitudine di orientare i templi pagani verso il
punto di levata del Sole al solstizio d’estate fu mantenuta anche dopo la
conversione di queste popolazioni al Cristianesimo. Va anche notato che la
dedicazione all’angelo guerriero San Michele Arcangelo, il cui culto di
derivazione longobarda sostituì quello precedente pagano dedicato a Wotan
(Odino), risulta in perfetto accordo con l’orientazione solstiziale estiva
rilevata la quale risulta tipica del mondo germanico altomedioevale.
La chiesa di San Fedele a Calusco
La prima citazione relativa alla chiesa dedicata a
S. Fedele risale al 1126. La posizione geografica dell’antico luogo di culto
e’ la seguente:
LAT. = 45° 41’.309 N
LON. = 9° 28’.213 E
Quota = 268 mt.
Corrispondente ad un punto posto in ad 11 metri a
nord est dell’emiciclo absidale lungo i prolungamento del muro
settentrionale della chiesa. Tale posizione geografica e’ riferita
all’ellissoide standard geocentrico WGS84 e derivante da 690 misure di
posizionamento eseguite in acquisizione continua mediante un ricevitore
GARMIN GPSIII equipaggiato da un’antenna helix standard connessa
direttamente al ricevitore. L’errore finale di posizionamento e’ risultato
pari a 25 cm.
Le misure di orientazione della navata sono state
eseguite misurando l’azimut magnetico della direzione tangente al muro
settentrionale che la delimita, il quale e’ l’unico ad essere accessibile,
nella direzione ingresso-abside, mediante una bussola topografica di
precisione a collimazione concentrica costruita dalla ditta tedesca Wilkie.
Gli azimut magnetici sono stati calibrati convertendoli nei corrispondenti
azimut astronomici di orientazione mediante confronto con l’orientazione di
una base GPS di cui erano stati misurati contemporaneamente sia l’azimut
geodetico che quello magnetico. Il risultato ha mostrato chiaramente che
anche la chiesa fu orientata con rilevante accuratezza verso il punto
dell’orizzonte astronomico locale in cui durante il XII secolo sorgeva il
Sole all’alba del solstizio d’estate, evento che cadeva il 16 Giugno del
calendario Giuliano.
Abbiamo qui un’altra chiesa orientata secondo un
criterio solare solstiziale estivo il quale però fu con grande probabilità
applicato a vista osservando la direzione di levata del Sole all’alba del
giorno del solstizio d’estate all’orizzonte naturale locale il quale durante
il XII secolo, o prima, non era occupato in maniera rilevante dalle
costruzioni di civile abitazione. Di nuovo si rivela una “disobbedienza”
ai dettami a quell’epoca stabiliti dalla Chiesa di Roma.
La chiesa di Santa Maria Assunta a Baccanello
Le notizie piu’ remote relative alla chiesa
dedicata a Santa Maria Assunta, in localita’ Baccanello, nell’area di
Calusco d’Adda, risalgono al 1271, data i cui si registra la prima citazione
documentaria. La chiesa attualmente fa parte dell’omonimo convento
francescano. La posizione geografica dell’antico luogo di culto rilevata
come al solito mediante tecniche satellitari GPS, il 10 Giugno 2006, e’ la
seguente:
LAT. = 45° 41’.301 N
LON. = 9° 29’.274 E
Quota = 264 mt.
la quale corrisponde ad un punto posto a 13 metri
ad sud-ovest della facciata lungo il prolungamento dell’asse della navata
della chiesa. Tale posizione geografica e’ riferita all’ellissoide standard
geocentrico WGS84 e derivante da 330 misure di posizionamento eseguite in
acquisizione continua mediante un ricevitore GARMIN GPSIII equipaggiato da
un’antenna helix standard connessa direttamente al ricevitore. L’errore
finale di posizionamento e’ risultato pari a 28 cm.
Le misure di orientazione della navata sono state
eseguite misurando l’azimut magnetico della direzione tangente al suo muro
settentrionale, che anche in questo caso era l’unico ad essere accessibile,
nel verso ingresso-abside, mediante una bussola topografica di precisione a
collimazione concentrica costruita dalla ditta tedesca Wilkie. Gli azimut
magnetici sono stati convertiti in azimut astronomici di orientazione
mediante un processo di calibrazione eseguito per confronto con
l’orientazione di una base GPS di cui erano noti contemporaneamente sia
l’azimut geodetico che quello magnetico, la stessa utilizzata per calibrare
le misure relative alle tre chiese rilevate nel Giugno 2006. Il calcolo
astronomico ha mostrato che anche questa chiesa, con rilevante probabilità
fu orientata secondo un criterio solare solstiziale estivo, cioè l’asse
della navata fu allineato verso il punto dell’orizzonte naturale locale in
cui era visto sorgere il Sole all’alba del giorno del solstizio d’estate,
evento che nel XIII secolo si verificava il 15 Giugno del calendario
Giuliano.
Anche in questo caso il criterio di orientazione
fu applicato a vista osservando la direzione di levata del disco solare
all’alba del giorno del solstizio d’estate all’orizzonte naturale locale. Di
nuovo si rivela una deliberata discordanza rispetto ai dettami stabiliti
dalla Chiesa di Roma in quel periodo.
La chiesa di San Giuliano a Vanzone
Le notizie più remote relative alla chiesa
dedicata a san Giuliano in località Vanzone, nell’area di Calusco d’Adda,
risalgono al 1300, data i cui si registra la prima citazione dell’esistenza
del luogo di culto. La posizione geografica dell’antico luogo di culto
rilevata il 10 Giugno 2006 mediante tecniche satellitari GPS e’ la seguente:
LAT. = 45° 41’.608 N
LON. = 9° 27’.981 E
Quota = 275.5 mt.
Corrispondente ad un punto posto a 14 metri a
nord-ovest della facciata secondo un azimut pari a 135.6 gradi. Tale
posizione geografica e’ riferita all’ellissoide standard geocentrico WGS84 e
derivante da 360 misure di posizionamento eseguite in acquisizione continua
mediante un ricevitore GARMIN GPSIII equipaggiato da un’antenna helix
standard connessa direttamente al ricevitore, tanto che l’errore finale di
posizionamento e’ risultato essere pari a 29.5 cm.
Le misure di orientazione dell’asse della chiesa
sono state eseguite misurando l’azimut magnetico delle direzioni tangenti ad
entrambi i muri al muro delimitanti la navata, nella direzione
ingresso-abside, anche i questo caso mediante una bussola topografica di
precisione a collimazione concentrica costruita dalla ditta tedesca Wilkie,
successivamente l’azimut magnetico medio ottenuto dall’analisi statistica
delle misure e’ stato convertito in azimut astronomico mediante un processo
di calibrazione eseguito per confronto con l’orientazione di una base GPS di
cui erano noti sia l’azimut geodetico che quello magnetico. Il calcolo
astronomico ha mostrato questa chiesa fu orientata con rilevante accuratezza
secondo un criterio solare equinoziale rispettando in pieno il criterio “Sol
Aequinoctialis” stabilito dalla chiesa di Roma.
L’asse della navata fu allineato, quindi, verso il
punto dell’orizzonte naturale locale in cui era visto sorgere il Sole
all’alba dei giorni degli equinozi, eventi che nel 1300 secolo si
verificavano rispettivamente il 14 Marzo (equinozio di primavera) ed il 16
Settembre (equinozio di autunno), date che si riferiscono al calendario
Giuliano. Anche in questo caso il criterio di orientazione fu probabilmente
applicato a vista osservando la direzione di levata del disco del Sole
all’orizzonte naturale locale all’alba di uno dei due giorni di equinozio.
Discussione
L’analisi archeoastronomica delle quattro chiese
esaminate ha mostrato alcuni fatti degli di nota. Prima di tutto in tre casi
su quattro si registra un’orientazione dell’asse della navata verso il punto
di levata del Sole al solstizio d’estate all’orizzonte naturale locale e
questo e’ in notevole contrasto con i dettami della chiesa romana durante
l’alto medioevo. L’orientazione solstiziale estiva rilevata per la chiesa
del monastero dei Verghi, di San Fedele e di Santa Maria a Baccanello
rappresenta un’abitudine di provenienza nordeuropea, tipica del cosiddetto
Cristianesimo Gnostico e molto diffusa nei paesi di tradizione
celto-germanica, contro cui si scagliò con veemenza il vescovo Guglielmo
Dorando da Mende, nel successivo XIII secolo: <<...Debet quoque
(ecclesia) sic fundari, ut caput inspiciat versus Orientem... videlicet
versum ortum solis, ad denotandum, quod ecclesia quae in terris militat,
temperare se debet aequanimiter in prosperis, et in adversis; et not versus
solstitialem, ut faciunt quidam>> Il fatto che questa orientazione si
rilevi in 3 casi su 4 e che si verifichi anche nel caso di altre chiese
antiche poste nei dintorni, quali ad esempio la chiesa di San Tome’ a
Carvico, suggerisce inequivocabilmente una deliberata scelta in favore di
un’orientazione solstiziale estiva operata da chi, sull’arco di alcuni
secoli, decise di edificare i luoghi di culto. Tale scelta dovette
obbligatoriamente rispondere ad alcune usanze diffuse tra la popolazione che
viveva nell’area di Calusco d’Adda, durante l’alto medioevo. Nel caso
dell’orientazione equinoziale rilevata per la chiesa di San Giuliano a
Vanzone, in linea di principio non e’ possibile stabilire se l’equinozio di
riferimento sia stato quello di primavera o quello di autunno. Nel caso che
l’equinozio di riferimento fosse stato quello di primavera allora potremmo
considerare anche il fatto che durante il medioevo l'orientazione
equinoziale era tendenzialmente connessa alla consuetudine di celebrare
solennemente il rito di fondazione del luogo sacro all'alba del giorno di
Pasqua. La direzione equinoziale primaverile quindi potrebbe essere a prima
vista correlata con la data della Pasqua che, come e' noto, si celebra la
domenica più vicina al primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera.
Essendo, però la data della Pasqua, mobile rispetto alla data di equinozio a
causa dei vincoli lunari, l'orientazione in accordo con la posizione del
Sole nascente all’alba della domenica di Pasqua non poteva essere codificata
in maniera fissa e siccome la data della Pasqua può oscillare grosso modo
entro un mese sinodico lunare (circa 30 giorni) oltre l'equinozio di
primavera, la differenza di orientazione rispetto alla linea equinoziale
potrebbe arrivare a circa 17 gradi a nord dell'est. Questo significa che le
orientazioni comprese tra i 73 e i 90 gradi potrebbero essere correlate con
la posizione del sorgere del Sole il giorno di Pasqua dell'anno di
fondazione della chiesa. In quel giorno il punto di levata del Sole
all'orizzonte fisico locale era spesso utilizzato per definire la direzione
verso cui l'abside della chiesa doveva essere costruito. Questo ragionamento
però può essere applicato solamente quando la data di consacrazione della
chiesa e’ nota con certezza dai documenti. Questa però non e' l'unica
ipotesi valida per spiegare l'orientazione equinoziale della chiesa di san
Giuliano a Vanzone e per formulare ipotesi sulla metodologia mediante la
quale la direzione equinoziale fu determinata. Oltre alla direzione della
levata del Sole nel giorno della resurrezione di Cristo esistono anche altri
significati mistici che la Chiesa antica collegò alla direzione equinoziale
astronomica. Tale direzione può essere correlata anche con la data della
ricorrenza dell'Incarnazione (o Annunciazione) festeggiata il 25 Marzo, che
fino al Concilio di Nicea (325 d.C.), presieduto dall'imperatore romano
Costantino, era ritenuto erroneamente essere la data dell'equinozio di
primavera, in accordo con il calendario Giuliano allora ufficialmente
accettato (ed imposto) dalla Chiesa a tutto il mondo Cristiano. Dal punto di
vista astronomico nel 1300 la data equinoziale corretta, cioè l'esatto
transito del Sole attraverso l’equatore celeste, fu invece il 14 Marzo,
mentre la data del 25 Marzo era corretta al tempo della riforma del
calendario operata da Sosigene di Alessandria su esplicito incarico di
Giulio Cesare nel 46 a.C. nella sua qualità di Pontefice Massimo nella Roma
pre-imperiale. Le date indicate per i solstizi e gli equinozi sono quelle
vere astronomiche le quali si riferiscono al transito del Sole attraverso
l’equatore celeste nel caso degli equinozi e alla massima declinazione
positiva raggiunta dall’astro nel caso dei solstizi. Sui calendari e gli
almanacchi dell’epoca però l'equinozio era convenzionalmente indicato al
giorno 21 Marzo ed il solstizio d’estate era indicato al 21 Giugno per cui
la posizione del punto di levata del Sole all'orizzonte astronomico locale
all'alba di quel giorni risultava sensibilmente spostata verso nord rispetto
al vero punto relativo alla levata equinoziale, mentre verso sud nel caso
della levata solstiziale estiva. Questo era dovuto al fatto che i calendario
giuliano aveva, nel corso dei secoli, accumulato un errore progressivo
rispetto al vero computo solare tanto che nel XII secolo lo sfasamento aveva
ormai raggiunto i 6 giorni. L’errore progressivo, pari a circa un centesimo
di giorno, si accumulava con il trascorrere dei secoli, per cui la data
d'inizio delle stagioni si retrocedeva progressivamente in modo che veniva
perso 1 giorno ogni 128 anni circa. Questo fenomeno era ben noto agli
astronomi medievali tanto che Dante vi accenna espressamente nella Divina
Commedia, nel canto XXVII (142-143) del Paradiso: <<…Ma prima che gennaio
tutto si sverni, per la centesma ch'è là giù negletta.>> Le chiese che
venivano orientate a vista sulla base del punto di levata del Sole nel
giorno dell'equinozio o di solstizio previsto dagli almanacchi mostrano
quindi un sensibile errore rispetto alle direzioni equinoziale o solstiziale
vere, proprio a causa della progressiva discordanza tra la vera data dei
fenomeni astronomici e la corrispondente data riportata invece sugli
almanacchi. I moderni strumenti utilizzati per il rilievo archeoastronomico
sono perfettamente in grado di mettere in evidenza questa discrepanza negli
allineamenti degli assi dei luoghi di culto. Tornando alle chiese poste
nell’area di Calusco d’Adda, l’analisi archeoastronomica ha messo in
evidenza che tutte e quattro mostrano una rotazione dell’asse che
corrisponde ad una differenza di azimut consistente con la differenza tra il
computo solare vero ed il calendario Giuliano tra il X ed il XIII secolo,
soprattutto nel caso della chiesa di San Giuliano a Vanzone in quanto in
prossimità degli equinozi il moto apparente del punto di levata del Sole
all’orizzonte astronomico assume la sua velocità massima, mentre ai solstizi
l’entita’ della differenza giornaliera di azimut e’ consistentemente più
ridotta e quindi anche più difficile da rivelare. Rimane quindi da scartare
la possibilità che l'orientazione delle chiese prese in esame, tranne la
chiesa del Monastero dei Verghi, sia avvenuta sulla base di una metodologia
geometrico-astronomica basata sull'impiego di metodi gnomonici, cioè sullo
studio del moto dell'ombra proiettata da un palo verticale (Gnomone)
illuminato dal Sole durante la giornata, con il fine ultimo di stabilire nel
modo più accurato possibile la direzione est-ovest astronomica,
corrispondente al punto teorico di levata del Sole equinoziale, ed in modo
più complesso quello di levata solstiziale estiva senza prendere in esame il
punto effettivo di prima visibilità del Sole nascente all'orizzonte naturale
locale. L'orientazione rigorosa di una costruzione lungo una prefissata
direzione astronomica era, dal punto di vista operativo, un problema di non
facile soluzione durante il Medioevo. Inizialmente era necessario disporre
di una semplice, ma efficiente strumentazione atta ad individuare la
direzione cercata, in secondo luogo era richiesta l'applicazione di un
procedura di lavoro, basata su semplici ed elementari cognizioni di
Astronomia di posizione, ma capace di condurre a risultati corretti e terzo
erano richieste una o più persone esperte e capaci di portare a termine
l'operazione in maniera sufficientemente accurata. Le metodologie più
moderne disponibili tra il X ed il XIII secolo erano quanto riportato sul "De
Geometria" di Gerberto d'Aurillac oppure nel "De Architettura" di
Vitruvio o nel "De limitibus constituendi" di Igino il Gromatico o
addirittura nella "Naturalis Historia" di Plinio il Vecchio e le
necessarie conoscenze astronomiche erano per lo più bagaglio culturale degli
esponenti del clero monastico o secolare, ma talvolta anche tra alcune
corporazioni di architetti e costruttori quali ad esempio i Magisteri
Comacini che operarono in territorio lombardo, ma non solo. La
strumentazione più semplice per determinare le orientazioni equinoziali era
rappresentata da un semplice bastone piantato verticalmente nel terreno, uno
gnomone, che illuminato dal Sole proiettava la sua ombra in direzione
esattamente opposta a quella del Sole. Il moto dell'ombra quindi era
esattamente simile a meno di un fattore di scala dipendente dalla lunghezza
dell'asta, al moto apparente del Sole sulla sfera celeste, ma nella
direzione opposta. Una prima valutazione della direzione est poteva essere,
però ottenuta all'alba o subito dopo sulla base della direzione opposta
all'ombra proiettata dallo gnomone verticale. I principi su cui i vari
metodi si basavano sono i seguenti. Stabilito mediante il calendario il
giorno dell'equinozio di primavera o di autunno, veniva piantato uno gnomone
verticale e di ora in ora venivano segnate sul terreno le posizioni occupate
dall'estremità della sua ombra. Durante i giorni degli equinozi, il Sole e'
posizionato sull'equatore celeste, quindi l'ombra dello gnomone si muove, da
ovest verso est, seguendo un andamento rettilineo proprio lungo la direzione
equinoziale la quale veniva a costituire la base per l'orientazione della
costruzione che doveva essere eretta. Questo metodo aveva due difetti, il
primo e' quello di essere applicabile correttamente solamente nel giorno
degli equinozi in quanto solo in quei giorni il cammino dell'ombra dello
gnomone era rettilineo. Durante tutti gli altri giorni dell'anno l'ombra si
muove seguendo una linea curva, detta "iperbole di declinazione" il
cui massimo avvicinamento al piede dello gnomone viene raggiunto all'istante
del mezzogiorno vero e locale. Il secondo difetto era la necessità di
conoscere con buona approssimazione il giorno in cui l'equinozio sarebbe
avvenuto, ma operando mediante un almanacco il quale poteva essere benissimo
inaccurato per effetto del già citato sfasamento tra il computo solare vero
e il calendario Giuliano o addirittura inesatto a seguito di errori
grossolani, si giungeva ad una determinazione erronea della posizione della
levata solare equinoziale all’orizzonte astronomico locale e di riflesso a
quello naturale locale. La direzione individuata dall'ombra più corta era la
linea meridiana, la direzione nord-sud astronomica, la cui perpendicolare
era la direzione equinoziale richiesta. Una versione semplificata di questo
metodo la troviamo descritta da Plinio il Vecchio nella sua "Naturalis
Historia". Plinio suggerisce di utilizzare semplicemente la linea
perpendicolare alla direzione dell'ombra di un uomo in piedi al mezzogiorno
vero e locale. Il metodo, probabilmente il più preciso disponibile a quei
tempi era quello del cosiddetto "Cerchio Indiano" che e' descritto
anche da Vitruvio (De Architettura, I,6,6), ma di cui si hanno
notizie già dai papiri egiziani e dai documenti provenienti dall'India
antica, da cui la sua particolare denominazione, il quale risulta
applicabile in qualsiasi giorno dell'anno.
Fissato lo gnomone verticale si segnava alla
mattina la posizione raggiunta dall'estremità dell'ombra, successivamente si
tracciava una circonferenza centrata nel piede dello gnomone e passante per
il punto segnato sul terreno, poi si attendeva, durante il pomeriggio, il
momento in cui l'ombra lambiva nuovamente il cerchio e si segnava sulla
circonferenza il punto così ottenuto. La linea passante per i due punti
sulla circonferenza rappresentava la direzione equinoziale cercata. Un
metodo sostanzialmente simile, ma un po' più complesso e' descritto
nell'ultimo capitolo della "Geometria" di Gerberto d’Aurillac (Caput
XCIV, "Alia ratio meridianum describendi"). Questo metodo richiedeva
la misura di 3 ombre qualsiasi dello stesso gnomone durante la giornata e il
calcolo dei rapporti tra le loro lunghezze. Poiché sul territorio europeo i
calcoli, anche i più banali, erano a quei tempi difficili a causa della
necessità di usare i numeri romani, Gerberto suggerisce l'uso di una tavola
di moltiplicazioni precalcolate. Dopo qualche calcolo si perveniva alla
determinazione della direzione della linea meridiana la cui perpendicolare
e' la linea equinoziale cercata. Nel caso della determinazione geometrica
della direzione solstiziale estiva il metodo era decisamente più complesso
dovendo, in linea di principio, conoscere le proprietà geometriche del
decagono regolare orientato con una coppia di vertici posti pungola linea
meridiana, ma non e’ storicamente escluso l’uso di maschere di legno
ritagliate a forma di settore circolare dell’ampiezza di circa 35 gradi le
quali, posizionate con un lato coincidente con la linea equinoziale,
fornivano immediatamente in maniera analogica la direzione delle linee
solstiziali: la direzione della levata solare solstiziale estiva se il
settore era posizionato in modo da sviluppare la sua ampiezza angolare verso
nord, oppure la direzione della levata solstiziale invernale se la maschera
era posta in modo da sviluppare la sua ampiezza angolare verso sud. Nel caso
della chiesa del monastero dei Verghi posto lungo la riva dell’Adda si
sospetta fortemente che quest’ultimo sia stato il metodo praticamente
utilizzato per ottenere la direzione della levata solstiziale estiva lungo
cui allineare l’asse della navata della chiesa, in quanto e’ stata rilevata
la caratteristica deviazione dell’asse dovuta all’errore del calendario
Giuliano rispetto al computosolare vero in luogo in cui qualsiasi
osservazione del Sole nascente era preclusa dalla particolare topografia
locale che precludeva completamente la visione dell’orizzonte. Sia che si
richiedesse la determinazione della linea equinoziale che quelle
solstiziali, siccome il punto di partenza era la determinazione della
direzione della linea equinoziale, un eventuale errore sulla sua valutazione
si rifletteva in egual misura sulla determinazione delle linee solstiziali
geometricamente determinate. Nei casi in cui la linea equinoziale fosse
stata determinata non con una costruzione geometrica basata sulla gnomonica,
ma dall’osservazione del punto di levata solare all’alba del 21 Marzo
previsto dall’almanacco, allora lo sfasamento tra il computo solare ed il
calendario giuliano veniva trasposto in egual misura sulla valutazione della
direzione delle linee solstiziali in modo differente se l’osservazione della
levata solare era stata eseguita all’equinozio di primavera oppure a quello
di autunno (23 Settembre). Nel caso che il riferimento di partenza fosse
stata la levata solare equinoziale primaverile allora l’osservazione
eseguita convenzionalmente il 21 Marzo spostava la valutazione delle linee
astronomiche equinoziale e solstiziali verso nord di un angolo in gradi
corrispondente alla differenza tra l’azimut vero di levata solare al 21
Marzo giuliano e i 90 gradi teorici per la levata solare equinoziale vera.
Se il riferimento di partenza fosse stata la levata solare equinoziale
autunnale allora l’osservazione eseguita convenzionalmente il 23 Settembre
spostava la valutazione della direzione delle linee astronomiche equinoziale
e solstiziali verso sud di un angolo in gradi corrispondente alla differenza
tra l’azimut vero di levata solare al 23 Settembre (giuliano) e i 90 gradi
teorici per la levata solare equinoziale vera, essendo la differenza
angolare sviluppata sempre in direzione del moto apparente del punto di
levata del Sole all’orizzonte astronomico locale.
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