L'AFFRESCO DI CORNALITA SEC. XIV

di Piergiorgio Mazzocchi - Tratto da "La Padania" anno 2003


La chiesetta di Cornalita

Nella frazione di Cornalita, comune di S. Giovanni Bianco (BG), si trova uno degli affreschi più antichi che documentano la presenza della piva delle alpi ( baghèt, pia baghèt…) sul nostro territorio e in area alpino-padana.


L'affresco con i Baghéter

L’affresco fa parte di una serie di quadretti che raccontano la storia di Gesù, dall’annunciazione al Calvario, come era in uso nel medioevo,( si tratta di una specie di libro illustrato che veniva spiegato anche a scopo didattico-catechistico ad una popolazione in massima parte analfabeta),  e si trova nell’oratorio a lato della chiesa della frazione. Da circa tre anni, chi scrive, sta cercando di risalire alla data dell’opera e all’autore, ma risulta un po’ difficile a causa del fatto che siamo di fronte ad un’opera databile intorno al 1300, ma la parrocchia di S. Giovanni è nata circa cento anni dopo ( così riferisce il custode che ringrazio per la disponibilità data),  per cui non ci sono documenti che attestino anche solo un pagamento al “frescante” né tantomeno il nome. Probabilmente siamo in presenza della rappresentazione più antica sino ad ora trovata, circa l’uso della cornamusa nelle nostre valli, eseguita all’inizio del 1300. Si tratta di una scenetta molto interessante  sotto diversi aspetti: ci sono tre suonatori nell’affresco della natività, al centro quello che suona uno strumento munito di otre, con le mani sulla canna del canto e, apparentemente senza bordone ( la canna dell’accompagnamento che nelle cornamuse dell’Europa alpino – atlantica solitamente poggia su una spalla), dico apparentemente perché l’affresco è stato restaurato e probabilmente non è stato possibile salvare questo frammento, del resto, anche il suonatore sulla nostra destra ha le mani in posizione su uno strumento che non c’è, non sappiamo quindi se sta suonando un flauto o un piffero.

Il terzo suonatore, sulla nostra sinistra impugna invece un flauto simile a quello della Valle Imagna, a dimostrazione di quanto era già stato scritto su questo strumento circa le sue origini molto antiche . Interessante il fatto che i tre suonatori non siano pastori, ma “Bergamì”, infatti suonano tra le mucche, mentre sullo sfondo in alto sul monte si può vedere un pastore in piedi a guardia del suo gregge.

Sono moltissime le rappresentazioni di questi strumenti, di solito presenti nelle Natività, e in genere con solo due suonatori, a conferma dell’uso secolare di questi strumenti durante i riti natalizi anche se non soltanto in queste occasioni, potrebbe essere un invito agli appassionati di storia dell’arte per scoprire in chiesette lontane dagli itinerari più frequentati, fotografare e divulgare quanto forse non ancora catalogato.

Ci troviamo comunque di fronte ad un affresco che potrebbe superare per epoca anche le più antiche raffigurazioni di cornamuse scozzesi, se è poco…!

 

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