"FANTASMI E MISTERI DEL
PALAZZO VISCONTEO"
Luogo: Brignano Gera d'Adda
Analogie: In tutta la Padania e nel continente Europeo
Narratore: Trabucchi Mirko
Nel
cuore della pianura Bergamasca, più precisamente nel paese di Brignano Gera
D’Adda, si trova un grande edificio le cui origini risalgono al medioevo, si
tratta del ben noto Palazzo Visconteo, nato dall’esito di ammodernamenti in
varie epoche di antichi fortilizi medievali, passati di mano in mano in base
all’esito delle antiche dispute territoriali tra i conti di Bergamo, il
Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica.
Il dominio più
assestante va attestato al casato dei Visconti di Milano che ammodernarono
ed abbellirono notevolmente l’edificio e come tutti gli edifici antichi
conserva ancor oggi segreti e misteri.
Uno degli aspetti più curiosi è indubbiamente il nome che è stato dato ad
una grande stanza, ossia la “Stanza dell’Innominato”, che secondo la
tradizione sarebbe proprio quell’Innominato del romanzo i “Promessi Sposi”
di Alessandro Manzoni, identificato con Francesco Bernardino Visconti, a cui
il Manzoni si sarebbe ispirato per creare il suo malvagio protagonista.
Vecchia incisione del Palazzo di Brignano
Come tutte le
antiche dimore, ad esse sono legate leggende e strane presenze
soprannaturali. Infatti si narra che, da tempi immemori, il palazzo sia
abitato da un fantasma e che ogni tanto venga avvistato, cosa che pare sia
accaduta anche in tempi recenti. La tradizione vuole che lo spettro sia una
delle tante vittime della crudeltà di alcuni rampolli dei Visconti, tra i
quali spiccava il ben noto messere Barnabò, queste anime vagherebbero tristi
ed inquiete in cerca di una semplice consolazione.
Oltre allo spettro del palazzo si narra che proprio in questo luogo fosse
nato il modo di dire “saltare il fosso” in quanto il castello di
Brignano si trovava sul confine tra la Repubblica Serenissima ed il Ducato
di Milano, due modelli culturali e politici molto differenti e delimitati da
un fossato destinato per le irrigazioni, quindi il modo di dire nacque dal
fatto che oltrepassando quel canale significava cambiare radicalmente modo
di pensare e di vivere.
Come tutti i fortilizi si narra inoltre da esso parta un cunicolo
sotterraneo, mai ritrovato, che collegherebbe il castello con la sponda est
dell’Adda, passando sotto il letto del fiume.
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