I
Mòrcc de la Scabla
Luogo: Villa d'Almè (Bergamo)
Analogie: Processioni macabre si registrano in tutta la Padania e nel continente Europeo,
la ritroviamo sulla Roncola San Bernardo, Almenno San Salvatore, Treviolo,
Fara Gera d'Adda, Cologno al Serio
Narratore:
Mirko Trabucchi
Il finale di ‘Fantasia’ di Walt Disney, dopo che il
rintocco delle campane dell'Ave Maria gli ultimi spiriti svaniscono
una palese ripresa delle leggende dei cortei macabri della tradizione
Europea
Facciamo un salto
indietro nel tempo… ritorniamo nel 1800 in un paese agreste ai piedi della
Val Brembana, più precisamente ci troviamo a Villa d’Almè.
Lungo l’antica strada
che attraversando la Brughiera poi dal Ronco Basso saliva in Valle, si
incontra tutt’oggi una piccola chiesina eretta nel 1700 dedicata a San
Rocco, il protettore degli appestati la cui festa cade il 16 di agosto.
Questa cappella votiva
è più comunemente chiamata la “Cesìna di Mòrcc de la Scabla” ossia la
Chiesina dei Morti della Peste, e fu edificata in memoria delle vittime
della peste del 1630, le quali furono seppellite in una fossa comune molto
distante e ricordate da un cippo in pietra con scritto “Morti della Peste
del 1630”. Si deve ricordare che nel comprensorio Almennese secondo i dati
la Morte Nera falciò circa il quaranta per cento della popolazione del
tempo, un pari di 2540 morti.
A quei tempi il
paesaggio era ben diverso da quello che vediamo oggi, in quella zona
vi era boscaglia, coltivazioni, pochi caseggiati ed un’osteria.
Legata a quei luoghi
si racconta una leggenda che narra che ogni anno tra la notte del primo e
del due di novembre dal bosco che raccoglieva le spoglie dei defunti, dopo i
rintocchi dell’Ave Maria, si veniva a formare un corteo spettrale ed
invisibile che procedeva in processione sino alla chiesina per poi
scomparire.
I morti manifestavano
la propria presenza facendo udire un coro di litanie funebri, anche sino a
molto lontano. Si narra inoltre che a riprova di questi accadimenti
soprannaturali, un anno in cui cadde la neve, gli uomini che si trovavano
all’osteria udirono il passaggio del macabro corteo, uscirono dalla locanda
per rendere il proprio omaggio a quelle anime sventurate avvolte in lenzuoli
bianchi e con incredulo
stupore videro il formasi di una moltitudine d’impronte di piedi scheletrici
in processione sul fresco e candido manto nevoso, che la mattina successiva
tracciò il loro inequivocabile percorso.
Quelle anime ancor oggi percorrono quei luoghi, ma
purtroppo siamo forse noi che non siamo più in grado di udirle…
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