LO
SPETTRO DEL CASTELLO DI MALPAGA
Luogo: Malpaga (Cavernago)
Analogie: In tutta la Padania e nel continente Europeo
Narratore:
Mirko Trabucchi
Veduta invernale del Castello di Malpaga
Il castello di Malpaga è
ben noto per essere stata la dimora del condottiero orobico Bartolomeo
Colleoni e ogni anno durante l’estate, nei pressi del castello, si tiene
anche un palio storico con sfilate, buona musica, cucina e rievocazioni in
costume.
In questa deliziosa
cornice non poteva mancare un tocco di triste poesia… presenze
soprannaturali che si aggirerebbero tra le stanze del maniero; si tratta di
un discreto e silenzioso spettro che ogni tanto si fa vedere affacciato alle
finestre o passeggia malinconico lungo il loggiato, e di una dama che
comparirebbe sul mastio.
Secondo le descrizioni,
lo spettro maschile si presenterebbe come un nobile vestito in modo molto
elegante alla foggia rinascimentale fatta di velluto scuro, sbuffi sulle
maniche e una candida gorgiera. Il suo volto pallido e malinconico sarebbe
incorniciato e accentuato da folti capelli neri. Secondo la tradizione il
fantasma sarebbe quello di un giovane che corteggiò e sedusse una cortigiana
di Malpaga. Scoperto dal marito fu ucciso ed il suo corpo fu gettato nelle
profondità di un pozzo. Da allora la sua anima inquieta ripercorre quei
luoghi a lui tanto dolci ma nel contempo anche tanto tristi, in cerca della
sua eterna amata.
Ma la tesi che mi sento
di avvalorare su questa presenza si ricollega a un fatto di sangue avvenuto
alla corte del Colleoni nel maggio del 1472. Il signore di Milano Galeazzo
Maria Sforza nutriva da tempo un odio personale molto forte nei confronti
del condottiero orobico, in quanto sempre vittorioso e temibile avversario
del Ducato. Un odio talmente profondo che portò lo Sforza a volere a tutti i
costi la sua morte, portandolo addirittura ad evocare una sfida a duello
all’ultimo sangue, che Colleoni accettò ma che fu poi scongiurata dal Papa
in persona. Lo Sforza riempì così Malpaga di spie e più volte assoldò dei
sicari per eliminare l’acerrimo nemico, cospirazioni sempre vanificate dal
controspionaggio colleonesco.
Di questi tentativi se ne
ricorda uno in particolare, quello effettuato da un tal Vismara. Ambrogio e
Francesco Vismara, rispettivamente padre e figlio erano due esuli
provenienti dal Ducato di Milano in cerca di ospitalità. Colleoni gli
concesse protezione e loro si adoperarono per sdebitarsi nell’attività di
scrivani e funzionari per dieci lunghi anni. In realtà Ambrogio era una spia
al soldo di Galeazzo Maria Sforza incaricato inoltre della pericolosa
missione di avvelenare il capitano di ventura attraverso una pallina di
veleno da far sciogliere nella minestra. Il cospiratore però venne scoperto
mentre consegnava segretamente una missiva ad un cavaliere del Ducato.
Incarcerato con il figlio, ambedue furono sottoposti ad atroci torture. Essi
confessarono il tutto e dopo un regolare processo durato due mesi furono
condannati a morte.
Ambrogio fu squartato e
fatto a pezzi. I brandelli del suo corpo furono esposti a terribil monito
sulla torre del castello di Malpaga, sulle mura della Rocca di Romano di
Lombardia, lungo alcuni importanti crocevia e al di fuori di alcune osterie.
Il figlio Francesco invece venne impiccato su pubblica piazza a Martinengo.
Prima di morire si rivolse alla folla dicendo “Ero all’oscuro di quelle
cospirazioni! Ho confessato solamente perché costretto dal dolore della
tortura! Voi oggi impiccate un’innocente, morirò così in modo ingiusto ma
sereno con la mia anima e di fronte a Dio!”.
Ricostruendo gli
accadimenti in maniera più attendibile possiamo giungere alla conclusione
che probabilmente nel fatidico momento Francesco disse la verità e che il
suo triste spettro vaghi irrequieto tra le stanze del maniero per reclamar
giustizia. Non è da escludere che nella sua permanenza al castello si sia
innamorato o abbia corteggiato qualche nobildonna, il cui marito abbia
osservato con compiacimento il suo corpo senza vita a penzoloni sulla forca.
Si narra però che il
castello fosse già ben noto per la presenza di spiriti, si vocifera infatti
che già una figlia del Colleoni avvertì più volte strane presenze e vide uno
spettro sul mastio del castello, una figura luminescente affusolata dalle
vaghe sembianze femminili, che si guadagnò l’appellativo della “Dama
Bianca di Malpaga”. Ancor oggi si narra che di tanto in tanto questo
fantasma si manifesti in talune notti attorno la mezzanotte, ma sulla sua
identità vi è ancora una coltre di mistero…
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