AMBRIOLA:
SANTA LUCIA , GLI AGHI E LE SEGHERIE
Luogo: Ambriola frazione di Costa
Serina
Analogie: Autoctona
Narratore: Tratta dal libro "Leggende Bergamasche" di Carlo Traini
Rappresentazione di Santa Lucia
Riporto qui una leggenda tratta dal libro del Traini degli anni 40
“Leggende Bergamasche”su Santa Lucia proveniente da Ambriola in Val
Brembana, che rappresenta al meglio la devozione verso la Santa.
Nella frazione di Ambriola del Comune di Costa Serina in Valle Brembana, non
conta più di 150 anime ed è stata eretta a parrocchia da pochi anni in qua.
L’unica festa importante - una specie di sagra – che si celebra ogni anno
con un certo sfarzo è quella di Santa Lucia. Per questa Santa hanno una
devozione particolare, non solo gli Ambriolesi, ma anche i montanari dei
dintorni i quali, il 13 dicembre, convengono numerosi nella piccola contrada
boschereccia a farvi le loro devozioni per invocare la protezione di Santa
Lucia contro le malattie degli occhi, specialmente dei bambini, poiché la
santa vergine siracusana a cui vennero barbaramente cavati gli occhi dai
persecutori dei cristiani del suo tempo, è particolarmente impegnata a
preservare gli organi della vista della brava gente di quaggiù, come colei
che, essendone stata privata, sa indubbiamente valutarne l’altissimo pregio.
In detto giorno, le donne del sito si guardano bene dal prendere in mano
l’ago per cucire o rammendare, per non incorrere il pericolo di rimanere
accecate. Non solo gli aghi, ma non bisogna neppure far funzionare le
segherie; il che riesce davvero strano, nei riguardi di Santa Lucia e degli
organi della vista deferiti alla sua salvaguardia.
Fatto sta che, il giorno della festa della santa in parola, anche le
segherie devono riposare, sotto pena di grossi guai per chi osa
contravvenire all’usanza.
Di segherie, ordigni quanto semplici altrettanto utili, anticamente mossi
dalla sola acqua corrente ed oggi anche dall’energia elettrica, ce ne sono
un po’ dappertutto lungo le valli bergamasche; e si sa come funzionano. La
lunga e robusta travatura del carrello, mossa dalla ruota motrice, scorrendo
lentamente sui rulli disposti uno dopo l’altro a debita distanza, sostiene e
fa avanzare, con moto regolare e ininterrotto, verso la larga e dentata lama
d’acciaio in affrettato movimento dall’alto in basso e viceversa, il tronco
da segare per il suo lungo. Segata la prima sezione, si sposta il tronco
mediante appositi cunei e si avvia di nuovo il carrello in senso opposto, e
così di seguito, fino a che il legno è tutto sezionato in assi dello
spessore voluto.
Processione per Santa Lucia ad Ambriola
Sulla strada di Serina, a circa mezz’ora da questo paese, c’è una di queste
segherie che, per la strabocchevole richiesta di legname, durante la guerra
1915-18, doveva lavorare ininterrottamente sotto il controllo di due bravi
fratelli che si alternavano continuamente al lavoro.
La notte del 13 dicembre del 1917, il giovane di turno sentì uno strano
rumore e poi fu molto sorpreso di vedere la sega fermarsi di botto; né gli
riusciva di riavviarla. Chiamato il fratello che dormiva in un attiguo
stanzino, tutt’e due, dopo molti sforzi, finirono col rimetterla in moto e
fecero per andarsene insieme. Ma uno schianto tremendo li fece tornare
precipitosamente sui loro passi a vedere cosa accadeva. La sega mandava
fiamme, ed essi, colpiti da un urto violento, furono rimbalzati dentro la
stanzetta da dove erano usciti.
I due giovanotti non seppero mai spiegare quanto era loro capitato; e il mio
informatore il M.o Gherardi di Costa Serina, afferma che, anche oggi, quando
essi narrano il fatto, paiono sotto l’impressione dello spavento provato. La
segheria riprese a funzionare regolarmente il giorno dopo, come se nulla
fosse stato.
Si dice che l’antico padrone della segheria, morto alcuni anni innanzi, si
facesse “sentire” durante la notte, e che quella volta avesse voluto far
capire che la sega lavorasse il giorno di Santa Lucia.
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