RITI DI PRIMAVERA IN VAL SAN
MARTINO
di Trabucchi Mirko - Marzo 2005
Fuochi sacri
Prendendo
spunto dalla ricerca su “Le Feste del Primo Maggio nella Bergamasca”
pubblicata sul numero della rivista Terra Insubre n° 6 (Beltaine 1998)
condotta egregiamente dal Sig. Piergiorgio Mazzocchi, ho deciso di
raccogliere alcune tradizioni inerenti l’argomento provenienti dalla Val
San Martino e dai paesi limitrofi.
Anche in
questo caso, usualmente durante il periodo che andava dal 25 Aprile e del
primo Maggio, i giovani dell’area della Val San Martino sfidavano a piedi i
ripidi pendii della montagna di Valcava, che risalivano attraverso vecchie
mulattiere e antichi sentieri che si diramano ancor oggi nei paesi attigui
come Palazzago, Caprino Bergamasco e Torre de Busi, al fine di cogliere
fiori da deporre, durante la stessa notte, davanti al portone
dell’abitazione della ragazza desiderata.
Il gesto
rappresentava un pegno di fedeltà e d’amore, ed esprimeva pubblicamente la
richiesta della mano della ragazza amata. I fiori prediletti a rappresentare
tale stato d’animo erano i narcisi. La tradizione di tale gesto suggeriva
inoltre che entro un anno il ragazzo si sarebbe impegnato ad unirsi in
matrimonio con lei. Tale usanza pare perdurò sino agli anni ’60 del
novecento.
Sin
dall’antichità, inoltre era in uso presso le nostre genti accendere dei
fuochi per celebrare ricorrenze sacre che molto spesso coincidevano con i
mutamenti stagionali ed immemori celebrazioni agresti, e che durante la
notte risplendevano tra il giubilo delle genti.
A Pontida, si
mantiene ancor oggi l’usanza di accendere dei fuochi sacri il giovedì di
Passione, in occasione con la festa del Santuario della Madonna di
Caderizzi, che viene celebrata da secoli il venerdì Santo.
La tradizione
dell’accendere dei falò purificatori durante il periodo Pasquale è una
tradizione diffusa in gran parte della bergamasca ed affonda le proprie
radici nell’antico mondo legato ad echi di antichi culti agricoli e
primaverili.
Questi falò
diventano l’occasione per ardere i vecchi scarti agricoli del raccolto (melgàsh)
e le sterpaglie, dove le fiamme ardenti del fuoco simboleggiano “la fine &
il principio”, l’elemento che consuma la materia e che dalle sue ceneri
rigermoglia la vita, quel concetto espresso dalla simbologia antica delle
ruote solari.
Veduta con Narcisi
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