RITI
D’INVERNO E ANTICHE MEMORIE ALPINE
31 GENNAIO AD ARDESIO SI CELEBRA
“LA CASSADA DOL ZENERU”

di Mirko Trabucchi


Ardesio -  Ol Zeneru 2015

E’ la sera del 31 gennaio, fievoli e radi raggi di sole si adagiano dietro le montagne lasciando che la penombra avvolga nel suo freddo abbraccio le antiche contrade alpine. Il grande vecchio Inverno fa sentire la sua presenza con maggior vigore, e dal suo trono posto sulle alte vette risoffia sui paesi neve, gelo e fredda brezza, addormentando e limitando la semplice vita dei valligiani.

L’Inverno assume quindi le sembianze di un’entità volta ad addormentare ogni vita, e come tale va allontanata, scacciata al fine di invitare la primavera a risvegliarsi e liberare dalla morsa del gelo le comunità.

In questo contesto ecco che ad Ardesio in alta Valle Seriana (Bergamo) ogni 31 gennaio si celebra un’antica ricorrenza, “La Scasada dol Zenerù” ossia “La Cacciata del Gennaione”, un rito ancestrale la cui provenienza si perde nella notte dei tempi, ricordato anche da altri paesi dell’alta valle come Gandellino e nella sua frazione Gromo San Marino, Schilpario, Gandino e delle altre vallate orobiche e alpine come la Scasada di Vedeseta in Val Taleggio, di Mezzoldo e Ornica in Alta Val Brembana, ma altri riti analoghi si registrano a Lecco, a Mandello con la “Cacciata del Cinèè”, Valtellina in particolar modo ad Aprica, nel Varesotto, nel Trentino e nell’Alto Adige, nella Carnia, nel Tirolo, e ritroviamo inoltre figure in maschera come i “Tarabastal” di Saint-Rhemy de Provence dalla Francia, I bavaresi “Uomini Bestia” i “Kurent di Ptuj Sloveni gli abitanti di Ardez in Svizzera.

La ritualità è molto semplice e di effetto, quasi certamente è da ricollegarsi nei simboli e significati alle celebrazioni del Solstizio d’Inverno che cadono il 21 dicembre. Nei giorni antecedenti il 31 gennaio i giovani del paese costruiscono un carro su cui viene posto un fantoccio del grande vecchio che rappresenta il Gennaio, o meglio l’Inverno e posto nella piazza principale del paese.

La sera del 31 si forma un corteo ed inizia la Scasada! I partecipanti senza distinzione di età o di rango iniziano a creare un chiasso infernale utilizzando lo strumento simbolo del rito la “Cioca” ossia il campanaccio delle mucche d’alpeggio che viene legato alla vita e agitato con le mani, a cui però si aggiungono qualsiasi tipo di ferraglia e “Tòle” che viene percosso e volte a far baccano, lungo il percorso non mancano inoltre momenti conviviali a base di vin brulé e frittelle!

Le ritualità delle “scacciate” simboliche di una stagione rappresentano quell’implicito legame spirituale e primordiale tra le popolazioni antiche ed i cicli sacrali della natura, in cui l’uomo si trova in simbiosi con essa e come elemento attivo compartecipa al suo ciclo vitale.

L’Inverno nell’immaginario fugge dalle contrade e raggiunge la piazza dove viene processato dai valligiani e condannato ad un grande rogo purificatore. Tra le fiamme che si innalzano verso il cielo ognuno vi getta con il pensiero le cattive cose accadute l’anno precedente, come a voler sancire una rinascita interiore e propiziarsi  l’anno nuovo.

Da qualche anno oramai la Scasada di Ardesio si è gemellata con altre realtà analoghe sparse per l’Europa e diverse iniziative accompagnano questo grande momento simbolico mitteleuropeo delle genti alpine, tra cui concerti, conferenze tematiche, momenti conviviali e sfilate di gruppi e costumi tradizionali con ritualità analoghe. 

Ognuno può rileggere in questo rituale diversi richiami alle antiche tradizioni d’Europa, dai cortei fatati e chiassosi della “Masnada Hellequin” francese, al mito della “Caccia Selvaggia”, alle simbiosi tra uomo e natura rappresentate dall’”Om Selvadèch” e così via, un antico rito sopravvissuto che si aggiunge ad un patrimonio da salvaguardare e vivere.
 

Tutti i diritti sono riservati la riproduzione è vietata eccetto su autorizzazione. Realizzato da Trabucchi Mirko